Alberto Bonisoli, le linee programmatiche del suo mandato ai Beni culturali
Il ministro: "Possediamo un patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, storico fantastico. Dobbiamo assumere, non dobbiamo usare i precari all’interno dei beni culturali, dobbiamo investire su persone qualificate, motivate e competenti, che facciano un lavoro fantastico, come quello che ci meritiamo” ROMA - Il neo ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, ha tenuto il suo primo intervento nel corso della manifestazione del Movimento 5 Stelle, #IlMioVotoConta, che si è svolta sabato 2 giugno 2018, a Roma. Il ministro ha esposto quelle che saranno le linee programmatiche con le quali intendete procedere nel corso del suo mandato. Bonisoli è partito innanzi tutto dall’evidenziare il potenziale artistico e culturale del nostro paese. "L’Italia è un paese fantastico. Abbiamo un patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, storico fantastico: è unico e non ce l’ha nessun altro” - ha esordito il ministro aggiungendo - “Dobbiamo cominciare a conoscerlo fino nei piccoli paesi, fino nei borghi, nelle realtà storiche: non ci sono solo i grandi siti, ci sono anche gli altri, sono allo stesso livello e hanno la stessa dignità”. Il ministro ha quindi sottolineato la necessità di conoscere, valorizzare e tutelare questo immenso patrimonio. “Dobbiamo essere dei cani da guardia e dobbiamo renderlo più fruibile. Il patrimonio è bello ma dev’essere anche vissuto, dev’essere conosciuto, a partire dalla scuola. Non esiste che i nostri ragazzi non sappiano cose fantastiche del posto in cui vivono, magari di una cosa che sta a tre chilometri da dove vivono e la scoprono quando hanno quarant’anni.” Entrando poi nel vivo degli obiettivi del suo ministero, Bonisoli ha detto: “abbiamo bisogno di più soldi. Dobbiamo assumere, non dobbiamo usare i precari all’interno dei beni culturali, dobbiamo investire su persone qualificate, motivate e competenti, che facciano un lavoro fantastico, come quello che ci meritiamo". Secondo proposito sarà “capire e valutare ed eventualmente cambiare il modo in cui i soldi vengono spesi”. Terzo punto ha aggiunto infine Bonisoli, “sarà dare ascolto alle esigenze di chi lavora in questo settore. Se vogliamo che le cose funzionino - ha evidenziato il ministro - noi dobbiamo chiamare le persone, coinvolgerle e farle lavorare insieme a noi”. ...